Quando mi sono laureata dicevo che non avrei mai fatto l'informatore, odiavo guidare e odiavo rompere le palle alla gente. La vita è strana e ci porta in strade che non avevamo nemmeno immaginato, o forse la vita è solo un po' stronza.
Dopo appena sette mesi dalla laurea, infatti, mi sono ritrovata a fare l'informatore. L'ho fatto per due anni. l'ho fatto con gioia, con passione, con impegno ma dopo un' anno e mezzo le cose hanno iniziato ad andare male. dopo due anni l'esaurimento era alle porte. la mia salvezza è arrivata un venerdì mattina, con una telefonata da parma. Quando ho smesso di fare l'informatore mi ero ripromessa che non avrei più fatto parte di quel mondo.
Il destino la vede più lunga di noi e dopo meno di un anno mi ha ributtato in questo mondo. forse è esattamente qui che devo essere
é un lavoro strano, l'informatore, ci sono giornate in cui ti senti il re del mondo. Il prodotto piace, il medico ti ascolta e ti da soddisfazione, e arrivi a casa convinta di aver fatto il tuo dovere. poi ci sono le giornate come quella di oggi, in cui giri come una trottola, rimbalzando come una pallina da ping pong tra reparti sale operatorie e studi medici. Quelle giornate in cui nessuno ti ascolta, nessuno ha tempo, e i medici pur di non darti soddisfazione sarebbero capaci di negare le basi della medicina. e allora prendi la tua biga e torni a casa con la sensazione di non aver fatto nulla, un po' demoralizzata, un po' demotivata, sperando che domani sarà diverso, che domani riuscirai a far breccia nel loro interesse.
Alla fine il mio lavoro ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi come ogni altro lavoro. L'importante è la motivazione per cui facciamo le cose, la serietà e il rispetto.
e se il mondo si muove e gira affinchè io faccia questo un motivo ci sarà. scopriamolo.
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