ore 15:00 corteo in strada. Donne, uomini, giovani e vecchi tutti insieme per difendere la dignità della donna. Non sono mai stata una da manifestazione, ma oggi? forse era solo importante esserci.
Tutti in piazza contro la mercificazione della donna. teoricamente uniti senza un credo politico. teoricamente.
"Donne e voti non sono in affitto, farai la fine di mubarack in egitto." appunto.
Se la dignità della donna è a rischio credo che lo sia per un sacco di motivi diversi e non solo a causa di Silvio, almeno non totalmente.
"chi delinque non è il mio presidente" si ma con le donne che c'entra?
non sono qui a difendere nessuno ne a giudicare, sono apoliticizzata, chi mi conosce lo sa, ma credo di essere qui per difendere la mia dignità come donna, indipendentemente dal mio credo, politico, religioso o sessuale.
Insomma se vado ad una mostra canina, mi aspetto di vedere cani, se vado alla sagra della mortadella mi aspetto di mangiare mortazza, qui invece, come al solito, c'è un po di tutto. cani e porci appunto.
"minettiti" bisogna ammeterlo è geniale.
Signore in pelliccia e bambine, uomini e donne, ricchi e poveri, c'è veramente di tutto, ma
minigonna giro pelo e tacchi alti? coerenze lo stai facendo sbagliato.
"deberlusconizziamo l'italia" sono arguta, ma la difesa della dignità della donna mi sfugge...
potrebbe sembrare che io sia contro tutto questo, ma non è così. credo che la dignità della donna vada difesa.
ma credo che le prime a farsi un esame di coscienza dovremmo essere proprio noi donne. Ogni donna conosce il potere che possiede, chi non ha mai fatto gli "occhi dolci" al barista per uno sconto o al vigile per non essere multata? non siamo forse noi donne le prime, davanti ad una donna al potere a dire "chissà a chi l'avrà data?"
Qualcuno migliore di me disse" si il cambiamento che vorresti nel mondo" bene allora mentre chiediamo rispetto, trattiamoci con rispetto.
sono certa che alcuni di questi uomini, che oggi puntano il dito contro "l'uomo che usa le donne" hanno usato le donne per anni.
Io stessa sono stata usata e ho usato a mia volta, ma sapete qual'è la differenza? niente euri al mio risveglio, solo vergogna tristezza e senso di colpa.
Quello che vediamo oggi è ciò che noi donne abbiamo creato e che senza dubbio ci è sfuggito di mano, e che senza dubbio è stato dagli uomini di potere abusato, ma è sempre un nostro prodotto.
Non cercate una morale in questo mio post. so che a qualcuno potrebbe non piacere. ma non è per piacere a voi che scrivo.
questi sono solo i miei pensieri. puri , semplici, senza censura.
non sono qui ne per giudicare, ne per capire, ne per informare, di altri sono questi compiti.
scrivo qui per lo stesso motivo che mi ha portato alla manifestazione. scrivo qui perchè oggi è importante esserci.
lunedì 14 febbraio 2011
venerdì 4 febbraio 2011
30 anni e affini
Ho appena compiuto 30 anni. In alcun paesi europei i trentenni sono considerati lavoratori esperti, imprenditori, persone degne di fiducia e rispetto economico e sociale.
In Italia i trentenni sono, come qualcuno ci ha definiti non molto tempo fa, dei BAMBOCCIONI.
per quel che mi riguarda questa è la mia storia da "bambocciona"
Sono uscita di casa a 18 anni, sono venuta a vivere in una grande città, da sola, senza appoggi familiari o "amicali". Mi sono trovata una casa, e poi un'altra. Ho gestito coinquilini (28 in dieci anni), affitti, contratti, bollette. Ho iniziato a lavorare a 22 anni, in nero ovviamente, chi sarebbe così coglione da mettere in regola uno studente. Mi sono laureata in un tempo ragionevole il 20.07.2007 e a metà agosto firmavo il primo contratto in regola. Ho lavorato con continuità per quasi tre anni. sono stata in germania e dopo poco più di un mese dal mio rientro in Italia lavoravo di nuovo. il 31 dicembre ho finito di lavorare e il 18 gennaio ero nuovamente occupata. Ho comprato casa, macchina, pago le tasse e le bollette e cerco di essere un buon cittadino ligio e rispettoso delle regole.
Nonostante tutto ciò il paese che mi circonda mi considera una bambocciona, una che "si fa fare i contratti CO.CO.PRO" una che "si fa fare contratti di sei mesi" eh si perchè sono io che li chiedo, che li agogno. Un paese che mi critica per essermi licenziata da un lavoro che non sopportavo più di fare, in cui non mi trovavo bene. Perchè in questo paese è meglio rubare, imbrogliare,farsi pagare per fare un lavoro e non farlo, ma mai e poi mai devi licenziarti o verrai marcata a fuoco come le adultere nel medioevo.
Mi sono fatta il culo negli ultimi dieci anni e ho goduto i frutti dei miei sacrifici, molto meno i frutti dei sacrifici, ma non mi lamento e non voglio certo una statua in piazza per ciò che ho fatto, non mi reputo migliore di tanti altri, ma pretendo rispetto. Pretendo di essere trattata come una persona e non come una ragazzina, perchè non lo sono più, ne intelletualmente, ne purtroppo , anagraficamente.
vorrei un paese che credesse, investisse e proteggesse i suoi giovani, il suo futuro.
Certo con una classe politica che mediamente ha 70 anni che mi posso aspettare?
So che questo tema è trito e ritrito, fuga di cervelli, disoccupazione giovanile, poco credito alle generazioni più giovani, ma dopo aver passato due giorni a litigare in banca per farmi fare un fido di 1000 euro, e non ottenerlo ovviamente perchè la politica delle banche è " se hai soldi, ti diamo soldi" ma se io li ho già perchè dovrei chiederteli???, avevo bisogno di sfogarmi.
Alla fine non resta che rimboccarci le maniche fare i salti mortali e superare gli ostacoli da soli, fino a che non ti rompi i maroni vendi tutto e vai a vivere in thailandia.
In Italia i trentenni sono, come qualcuno ci ha definiti non molto tempo fa, dei BAMBOCCIONI.
per quel che mi riguarda questa è la mia storia da "bambocciona"
Sono uscita di casa a 18 anni, sono venuta a vivere in una grande città, da sola, senza appoggi familiari o "amicali". Mi sono trovata una casa, e poi un'altra. Ho gestito coinquilini (28 in dieci anni), affitti, contratti, bollette. Ho iniziato a lavorare a 22 anni, in nero ovviamente, chi sarebbe così coglione da mettere in regola uno studente. Mi sono laureata in un tempo ragionevole il 20.07.2007 e a metà agosto firmavo il primo contratto in regola. Ho lavorato con continuità per quasi tre anni. sono stata in germania e dopo poco più di un mese dal mio rientro in Italia lavoravo di nuovo. il 31 dicembre ho finito di lavorare e il 18 gennaio ero nuovamente occupata. Ho comprato casa, macchina, pago le tasse e le bollette e cerco di essere un buon cittadino ligio e rispettoso delle regole.
Nonostante tutto ciò il paese che mi circonda mi considera una bambocciona, una che "si fa fare i contratti CO.CO.PRO" una che "si fa fare contratti di sei mesi" eh si perchè sono io che li chiedo, che li agogno. Un paese che mi critica per essermi licenziata da un lavoro che non sopportavo più di fare, in cui non mi trovavo bene. Perchè in questo paese è meglio rubare, imbrogliare,farsi pagare per fare un lavoro e non farlo, ma mai e poi mai devi licenziarti o verrai marcata a fuoco come le adultere nel medioevo.
Mi sono fatta il culo negli ultimi dieci anni e ho goduto i frutti dei miei sacrifici, molto meno i frutti dei sacrifici, ma non mi lamento e non voglio certo una statua in piazza per ciò che ho fatto, non mi reputo migliore di tanti altri, ma pretendo rispetto. Pretendo di essere trattata come una persona e non come una ragazzina, perchè non lo sono più, ne intelletualmente, ne purtroppo , anagraficamente.
vorrei un paese che credesse, investisse e proteggesse i suoi giovani, il suo futuro.
Certo con una classe politica che mediamente ha 70 anni che mi posso aspettare?
So che questo tema è trito e ritrito, fuga di cervelli, disoccupazione giovanile, poco credito alle generazioni più giovani, ma dopo aver passato due giorni a litigare in banca per farmi fare un fido di 1000 euro, e non ottenerlo ovviamente perchè la politica delle banche è " se hai soldi, ti diamo soldi" ma se io li ho già perchè dovrei chiederteli???, avevo bisogno di sfogarmi.
Alla fine non resta che rimboccarci le maniche fare i salti mortali e superare gli ostacoli da soli, fino a che non ti rompi i maroni vendi tutto e vai a vivere in thailandia.
mercoledì 2 febbraio 2011
informatore in biga.
Quando mi sono laureata dicevo che non avrei mai fatto l'informatore, odiavo guidare e odiavo rompere le palle alla gente. La vita è strana e ci porta in strade che non avevamo nemmeno immaginato, o forse la vita è solo un po' stronza.
Dopo appena sette mesi dalla laurea, infatti, mi sono ritrovata a fare l'informatore. L'ho fatto per due anni. l'ho fatto con gioia, con passione, con impegno ma dopo un' anno e mezzo le cose hanno iniziato ad andare male. dopo due anni l'esaurimento era alle porte. la mia salvezza è arrivata un venerdì mattina, con una telefonata da parma. Quando ho smesso di fare l'informatore mi ero ripromessa che non avrei più fatto parte di quel mondo.
Il destino la vede più lunga di noi e dopo meno di un anno mi ha ributtato in questo mondo. forse è esattamente qui che devo essere
é un lavoro strano, l'informatore, ci sono giornate in cui ti senti il re del mondo. Il prodotto piace, il medico ti ascolta e ti da soddisfazione, e arrivi a casa convinta di aver fatto il tuo dovere. poi ci sono le giornate come quella di oggi, in cui giri come una trottola, rimbalzando come una pallina da ping pong tra reparti sale operatorie e studi medici. Quelle giornate in cui nessuno ti ascolta, nessuno ha tempo, e i medici pur di non darti soddisfazione sarebbero capaci di negare le basi della medicina. e allora prendi la tua biga e torni a casa con la sensazione di non aver fatto nulla, un po' demoralizzata, un po' demotivata, sperando che domani sarà diverso, che domani riuscirai a far breccia nel loro interesse.
Alla fine il mio lavoro ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi come ogni altro lavoro. L'importante è la motivazione per cui facciamo le cose, la serietà e il rispetto.
e se il mondo si muove e gira affinchè io faccia questo un motivo ci sarà. scopriamolo.
Dopo appena sette mesi dalla laurea, infatti, mi sono ritrovata a fare l'informatore. L'ho fatto per due anni. l'ho fatto con gioia, con passione, con impegno ma dopo un' anno e mezzo le cose hanno iniziato ad andare male. dopo due anni l'esaurimento era alle porte. la mia salvezza è arrivata un venerdì mattina, con una telefonata da parma. Quando ho smesso di fare l'informatore mi ero ripromessa che non avrei più fatto parte di quel mondo.
Il destino la vede più lunga di noi e dopo meno di un anno mi ha ributtato in questo mondo. forse è esattamente qui che devo essere
é un lavoro strano, l'informatore, ci sono giornate in cui ti senti il re del mondo. Il prodotto piace, il medico ti ascolta e ti da soddisfazione, e arrivi a casa convinta di aver fatto il tuo dovere. poi ci sono le giornate come quella di oggi, in cui giri come una trottola, rimbalzando come una pallina da ping pong tra reparti sale operatorie e studi medici. Quelle giornate in cui nessuno ti ascolta, nessuno ha tempo, e i medici pur di non darti soddisfazione sarebbero capaci di negare le basi della medicina. e allora prendi la tua biga e torni a casa con la sensazione di non aver fatto nulla, un po' demoralizzata, un po' demotivata, sperando che domani sarà diverso, che domani riuscirai a far breccia nel loro interesse.
Alla fine il mio lavoro ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi come ogni altro lavoro. L'importante è la motivazione per cui facciamo le cose, la serietà e il rispetto.
e se il mondo si muove e gira affinchè io faccia questo un motivo ci sarà. scopriamolo.
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