venerdì 29 aprile 2011

La routine

La solita routine, il solito tran tran, non capisco perchè abbia un'accezione così negativa. Personalmente io ho bisogno della mia routine. Faccio un lavoro che mi porta tutti i giorni in situazioni diverse, con persone diverse e mi piace anche per questo, eppure mi rendo conto di essere fortemente legata a quelle piccole certezze, anzi senza mi sentirei persa.
Mi sono interrogata sul perchè per essere serena io abbia necessità di queste piccole cose. Sicuramente nasce dal fatto di avere sempre avuto una vita ricca di cambiamenti. Una famiglia non proprio da mulino bianco, incasinata complicata e folle.
Quando ero piccola io e mia madre non avevamo una routine, o almeno non è quello che ricordo. Gli amici dell'infanzia chi li ricorda più. In tanti si sono susseguiti nella mia vita, forse troppi, qualcuno sparendo in punta di piedi, qualcuno sbattendo le porte.
Cambiare città e ricominciare da capo, cambiare casa una due tre quattro ben cinque volte, e ricominciare da capo. Laurearmi e ricominciare da capo.
Mi chiedo se capiti a tutti, se tutti vivano in questa specie di zattera alla deriva senza punti fissi ne coordinate, lontani da dove si è partiti ed incerti su dove si sta andando.
Poi ci sono quelle piccole cose, un aperitivo, un karaoke, un messaggino e una telefonata. Piccole cose che ti tengono ancorata, che ti impediscono di sfuggire via come una biglia impazzita.
Eppure ho sempre sentito dentro di me questa doppia spinta, il desiderio di cambiare spesso luoghi, amici, vita che si bilancia con il desiderio di routine, una villetta a schiera, 4 figli e un cane.
Forse queste due spinte opposte sono ciò che ci fa muovere ogni giorno, e come un motore a gatto imburrato*, non si fermano mai.


*per saperne di più sul motore a gatto imburrato consultate la nonciclopedia.

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